Gli "zappatori"
Basta aprire Facebook o altro per notare subito che il nostro territorio come quello di altre regioni è in questi giorni oggetto di scorrerie di "zappatori". Sono uomini che per un guadagno facile sono disposti a tutto, anche a distruggere quella che dovrebbe essere per loro l'unica fonte di reddito. Distruggono infatti le tartufaie esistenti, che in breve diverranno improduttive, in quanto cancellate da colpi di zappa, che mettono fine al micelio che produce il tartufo.
Tutto questo per procurarsi del tartufo immaturo, immangiabile, sottratto alla terra quando non ha ancora concluso il suo ciclo riproduttivo. Se usassero il cane per la ricerca troverebbero solo il tartufo in quel momento maturo, pochissimi pezzi. Con l'ausilio invece del nobile attrezzo, zappa o bidente, si procurano in pochi momenti il frutto della terra più pregiato "il Tartufo" che, in quanto immaturo è simile per sapore ad una patata, non potrebbe essere venduto a nessuno. Solo che esistono altri cosiddetti "uomini" che comprano, in periodo di divieto, questi tartufi immangiabili, li triturano, li aggiungono a salse varie, spesso spacciandoli per bianco pregiato, aggiungono alla fine un olio di sintesi che ha appena il sentore del tartufo e vendono questi vasetti ai malcapitati acquirenti finali.
Per legge i vasetti devono contenere una percentuale minima di tartufo. In tal modo rispettano la legge. Il cliente finale, all'oscuro di tutto, compra il vasetto, mangia un prodotto scadente dal punto di vista organolettico, insapore, che ha un vago sentore di tartufo dovuto all'olio di derivazione chimica. E' la vittima finale del raggiro.
Se presi sul fatto , i cosiddetti "zappatori" avrebbero un' ammenda e la sospensione per sei mesi della licenza di raccolta, l'ammenda non verrebbe mai pagata in quanto risultano ,nella maggior parte, nullatenenti. Non hanno proprietà intestate, i facili guadagni sono passati a loro "manutengoli", a volte anche i mezzi utilizzati per spostarsi appartengono a prestanome.
Diviene cosi quasi impossibile fermare il tutto.
Il reato è stato infatti depenalizzato, l'azione giudiziaria trasformata in ammenda.
Conseguenza di tutto questo: foto di zappature su internet, gente che si lamenta, gente disposta a farsi giustizia da se , almeno a parole, sproloqui.... e zappatori che se la ridono.
Negli anni passati venivano da regioni limitrofe, oggi sono presenti anche elementi locali, attratti da un facile guadagno, disposti a tutto, anche ad autocastrarsi pur di incrementare le proprie entrate.
Le recenti norme introdotte sulla fiscalità del tartufo avrebbero, nelle intenzioni, dovuto limitare il fenomeno , soprattutto impedire acquisti inopportuni fatti in epoca di divieto, ma in realtà nulla si è mosso, tutto continua come prima, come se nulla fosse accaduto.
Il sommerso continua a dominare.
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